All'inizio della promozione di The Walk, Joseph ha rilasciato un'intervista per Playboy dove parla di tutti i suoi progetti - passati e futuri -, delle sue motivazioni come attore, di posizioni politiche e anche della sua vita privata.
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Photo by Michael Muller |
Hai tre grandi film in arrivo. Due biopics -The Walk e Snowden- che stanno già creando un brusio sugli Oscar, e la commedia The Night Before. Cominciamo con il ricreare la camminata di Philippe Petit tra le Torri Gemelle di 41 anni fa. In realtà tu sei sul filo in molte di quelle scene. Come ti sentivi a quelle altezze?
Ho avuto un po’ timore, sicuramente. Ma è soprattutto una questione di adattamento. In un primo momento, quando stai imparando, sei a pochi centimetri da terra. Ma comunque già salire a 12 piedi [poco meno di 4metri], che è il massimo che abbiamo raggiunto, il tuo cervello se ne va "F*nculo! Qualcosa non va!". Ho avuto un filo di sicurezza attaccato a me e materassini sotto di me così come un bilanciere, che aiuta davvero, ma ero ancora traballante. La prima volta che vedi un filo alto ti chiedi "Come potrà mai funzionare?" ma alla fine ci si allena, il che non vuol dire che sia comunque facile. Sapevo che se fossi caduto non mi sarei fatto male fisicamente. Ma, amico, rispetto a Philippe che è stato 110 piani più in alto e 1.300 piedi sopra Lower Manhattan, senza una rete di sicurezza del c*zzo? Non riesco ancora a credere che abbia fatto tutto questo!
Petit stesso ti ha insegnato come stare in equilibrio su un filo alto. Com'è stato?
Philippe adesso ha 66 anni, ma ancora non fa nulla di piccolo. Lavorare con lui per otto giorni è stato bello e intenso. Lui e la sua partner, Kathy, vivono nello stato di New York e hanno organizzato un intero spazio in un magazzino inutilizzato per un workshop in cui eravamo solo io e lui. Corde per funamboli, attrezzi da giocoleria, magia, molte corde per funamboli. Aveva 24 anni quando ha fatto l’attraversata, ma è ancora possibile percepire il fuoco del giovane ragazzo dentro di lui.
Ad essere onesti, a volte non mi faceva impazzire. È uno che non si rilassa fino a quando non ha compiuto tutto quello che passa nella sua testa. Philippe è un assolutista. Ci sono pregi e svantaggi di questo modo di essere e ho il sospetto di aver visto un po’ troppo di me in lui. Capisco cosa vuol dire lavorare e lavorare su un qualcosa e alzare lo sguardo in alto e pensare "C*zzo, ho fatto questo per 18 ore di fila". Detto questo, c’è stato un momento nel film quando faccio il primo passo fuori dalla torre, in cui mi sono sentito completamente affascinato dalla voglia di fare quel passo. È stato uno di quei momenti più perfetti ed esilaranti che io abbia mai avuto la possibilità di fare come un attore.
Sei sicuro di dire che questo è quel raro film che in realtà vale il prezzo aggiuntivo del 3D?
Sì, non sono mai stato un grande fan del 3D. Spesso nei film sembra poco più di un espediente per pagare soldi extra. Ma il 3D, e in particolare l’IMAX 3D, era all'origine di questo progetto. Pensando a Robert Zemeckis e ai suoi film, che si tratti di Ritorno al futuro, Forrest Gump o Chi Ha Incastrato Roger Rabbit, è sempre stato molto, molto avanti sulla tecnologia. Scena dopo scena in questo film, lui ha voluto che noi ci assicurassimo che gli effetti richiedessero al pubblico di indossasse gli occhiali. Voleva le altezze per sentire le vertigini. Vedere il mio piede sul filo in primo piano e con lo sguardo rivolto in basso, deve essere terrificante. Tutto il necessario per guardare meglio con gli occhiali rispetto a senza occhiali, o non valeva la pena farlo. Hai davvero modo di sperimentare l’altezza di quelle magnifiche torri.
Quanto sono entrate in gioco le tue emozioni riguardo all’11 settembre?
Quando siamo entrati nella replica del complesso che avevano costruito, tutti noi abbiamo avuto davvero il magone. È uno spazio molto emozionante per i ricordi di molta gente, e per la mia persona. Ricordo il complesso e la porta d'ingresso vividamente, perché sono stato al World Trade Center quando mi sono trasferito a New York nell'autunno del 2000. Ero una matricola della Columbia University ed è stato un momento emozionante. Ma poi, un anno dopo, gli edifici sono venuti giù.
Ti ricordi dove eri quando è successo?
Ho avuto un corso di letteratura alle 09:00 e il professore stava insegnando il Titus Andronicus. Sono uscito fuori e ho incontrato un ragazzo che conoscevo e che mi ha raccontato quello che era successo. Abbiamo guardato verso il centro città e abbiamo visto tutto il fumo in cielo.
È stata una tragedia, non solo per quello che è successo quel giorno, ma per tutto ciò che mai è successo lì. Le torri erano simboli iconici di New York. Una delle cose che apprezzo di questo film è che si celebra un bel ricordo per le torri, un lato poetico piuttosto che uno oscuro. Philippe ha ispirato persone in questo paese quando ne ha avuto bisogno. L’attraversata è stata fatta il 7 agosto del 1974 quando l'America era alle prese con i diritti civili, i diritti delle donne, e – la gente dimentica questo - Nixon si dimise dalla presidenza il giorno dopo. È stata una settimana straordinaria nella storia americana.
Ironico, hai dato un accento francese nel film.
Si, ho studiato francese al liceo e all'università. Io amo i film francesi, quindi ho davvero lavorato sull'accento. Se non parli francese, penserai che sia perfetto. Ma un madrelingua potrebbe pensare "Bene, il ragazzo ha dato una buona prova".
È stato il manierismo che probabilmente mi ha richiesto più lavoro. Voglio dire, in Lincoln sono Robert il figlio del presidente, ma nessuno sa come si muoveva o quello che sembrava. Poi sono stato una versione di Bruce Willis in Looper. Questo non è esattamente un film biografico, ma ho studiato Bruce e ho ascoltato le registrazioni della sua voce così da poterlo imitare bene. Quando qualcuno è vivo e conosciuto dalle persone, si alza la posta in gioco in termini di punto di vista tecnico. Si tratta di ripetizione e pratica, ripetizione e pratica. È un po' come imparare a stare sul filo.
Tra l'altro, cosa è stato più difficile, camminare sul filo o essere sotto la direzione di Oliver Stone in Snowden?
La mia testa sta ancora girando intorno a quella esperienza, a dire la verità. Lavorare con Oliver è stata un'esperienza potente, meravigliosa e coinvolgente. C'è una somiglianza tra lui e Philippe Petit, in realtà. Sono entrambi molto controllati e si preoccupano tanto di quello che stanno facendo. Voglio dire, c'è una ragione se lo staff di Oliver è del tutto unico in tutta Hollywood. Nessuno è stato in grado di fare film rivoluzionari come quelli che Oliver ha fatto. È l’unico in grado di andare controcorrente, di alzarsi e dire "Io non credo che questo sia giusto".