giovedì 22 ottobre 2015

The Walk: un "piccolo" italiano sul set

"Quando la Scuola Nazionale di Circo frequentata da nostro figlio ci inoltrò l'email di una agenzia di casting che cercava un bambino con abilità circensi per un ruolo in un film, fui meravigliata nello scoprire che l'industria cinematografica a Montreal (città nella quale viviamo dal 2012) sia così fiorente da ospitare produzioni hollywoodiane. Il film del quale l'email parlava era nientemeno che incentrato sulla figura di Philippe Petit, il celeberrimo funambolo che aveva percorso su un filo teso a 400 metri di altezza, lo spazio tra le due torri al World Trade Center di New York.Il nome del regista e il cast mi lasciarono senza fiato: Robert Zemeckis, uno dei nostri registi preferiti (forse il preferito in assoluto da nostro figlio Soleyman, che conosce a memoria le battute di Ritorno al Futuro I, II e III. Mentre io mi limito invece a ricordare la mitica Jessica Rabbit di Chi ha incastrato Roger Rabbit: "Non sono cattiva, mi disegnano così"). Zemeckis è un regista che riesce sempre a meravigliarci, e a farci superare la soglia della meraviglia ad ogni nuovo film. E in questo film, che si sarebbe intitolato The Walk, vidi che Joseph Gordon-Levitt sarebbe stato protagonista.Devo onestamente ammettere che ricordavo benissimo questo promettente attore in Inceptionnei trailers di Don Jon. Mi era piaciuto molto in Inception e sapevo che era decisamente famoso, ma nulla più. Cercando qualche sua foto sul web, e riconoscendo una certa somiglianza con nostro figlio nella forma del volto, decidemmo tutti quanti che l’audizione si poteva tentare. Soleyman era entusiasta all'idea di lavorare con il suo regista preferito, e mai si sarebbe sognato che "Joe" (come il nostro mitico Joseph G-L ama farsi chiamare) sarebbe diventato uno dei suoi miti.
L'audizione ebbe successo e Soleyman, allora 12 anni all'anagrafe ma un paio di meno allo sguardo, ottenne il ruolo di "boy" Petit, il giovane Philippe. L'esperienza sul set fu fantastica, perché fantastiche erano le persone che lavoravano al film, Robert Zemeckis e collaboratori stretti in testa. Un lavoro di squadra pari a quello che caratterizzò l'impresa di Philippe Petit tra le torri. Subito scoprimmo che Soleyman e Joe erano sempre compresenti sul set, ciascuno dei sei giorni da noi lì trascorsi tra prove e riprese.
Il giovane Soleyman durante le riprese di The Walk
Il primo giorno si girava al Vecchio Porto di Montreal, che si spacciava per Parigi, in un interno che doveva essere l’appartamento in cui Philippe Petit, all'inizio del film, ritorna con la memoria al suo primo incontro con l’arte del funambolismo. Lo spazio da condividere con la troupe e il cast era molto ristretto, Soleyman si era portato dietro una serie di giochi da tavola formato tascabile perché sapevamo che le attese sarebbero state molto lunghe, e dopo ore di partite a carte e partite a dama nelle quale perdevo regolarmente, mio figlio mi chiese di giocare a scacchi, cosa che non ho mai imparato né riuscirò mai a imparare, credo, in vita mia.Joe ci aveva già stupiti con un'impeccabile cortesia, venendo a salutare Soleyman nella roulotte adibita al make up appena arrivati sul set. Ma rimasi davvero senza parole quando, vedendomi in difficoltà con Soleyman che insisteva per giocare a scacchi, Joe intervenne dicendomi che poteva giocarci lui a scacchi con mio figlio, molto volentieri! E aggiunse che gli ricordavo molto sua mamma, la quale con lui faceva la stessa cosa quando da bambino trascorreva le ore sul set. E così... giocarono a scacchi per il resto del pomeriggio, tra una ripresa e l'altra.I giorni seguenti Joe fu sempre gentilissimo, di una gentilezza sincera e genuina (anche se sicuramente, in parte, mediata dalla sapiente conoscenza dell'arte della comunicazione, cosa comunque mai da darsi per scontata, perché spesso i "divi" si concedono di comportarsi in modo altezzoso, o addirittura arrogante).Ci invitò a mangiare a tavola con lui (noi eravamo sempre un po' timidi), e alla fine delle riprese, insieme a Jade Kindar-Martin, funambolo di fama mondiale nonché "double" e stunt di Joe nelle scene difficili sul filo, fecero a Soleyman un bellissimo regalo, un "pezzo" rubato dal set della camminata più famosa e unica del mondo (ormai non serviva più..), autografato da entrambi. E l'autografo di Joe recava l'invito a "curiosare" sul sito di Hitrecord, cosa che Soleyman prontamente accolse.

Uno dei "cavaletti" regalato a Soleyman al termine delle riprese, autografato da "Joe" Gordon-Levitt e da Jade Kindar-Martin, mentore di Soleyman sul set e controfigura di Joseph.
Chi avrebbe detto che un cucciolo di nemmeno 13 anni si sarebbe goduto un'esperienza del genere? E chi avrebbe mai detto che saremmo diventati "fans" (e collaboratori,tramite Hitrecord) di Joseph Gordon-Levitt tutti quanti, in famiglia? Del resto, come si potrebbe non diventarlo dopo averlo conosciuto da vicino sul set?Carissimi fans del mitico RegularJOE (come compare su Hitrecord), sappiate che il vostro (nostro..) mito si merita davvero tutta l'ammirazione, il sostegno e il rispetto. Ha sempre una parola gentile e una cortesissima attenzione per tutte le persone che gli capitano intorno, e nel suo lavoro parallelo agli impegni cinematografici promuove progetti che stimolano la creatività, il rispetto, la collaborazione, la condivisione e il supporto reciproco. È bello vedere che chi riesce a realizzare se stesso si prodiga e investe anche per realizzare i sogni degli altri. Grazie, Joe, per essere un così bell'esempio di umanità, nonostante la celebrità e la notorietà che ti spettano di diritto per la bravura e per l'impegno.

Jade Kindar-Martin, Soleyman e Robert Zemeckis.
Monica Canducci "
JGLItalia ringrazia Monica e la sua famiglia per aver condiviso con noi la loro esperienza sul set.
Il giovane Soleyman è anche su Facebook.

Joseph Gordon-Levitt Italia ©